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Copyright dell’editoria sui social, riforme e paradossi

Copyright della stampa e social, siamo alle soglie di una riforma importante. Con la Direttiva europea 2019/790 sul copyright emanata due anni fa e recepita in questi giorni dal Parlamento italiano, i grandi operatori social, come Facebook e Youtube, saranno responsabili dei contenuti caricati. E dovranno pagare i diritti d’autore per le opere d’ingegno pubblicate dagli editori stessi e condivisi online. Non più gli utenti dunque.

La stampa in particolare può gongolare alla notizia. Finalmente gli editori avranno un nuovo gettito di entrate e i colossi dei social network renderanno una parte degli enormi guadagni, spesso ottenuti a bassissimo costo e sfruttando di fatto contenuti degli utenti o dell’editoria. Il presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) Raffaele Lorusso ha sottolineato infatti che questa riforma “non mette in discussione la libertà della rete, ma tutela i dati personali e garantisce la giusta remunerazione del lavoro e degli investimenti”. L’intervista completa è disponibile qui: https://www.fnsi.it/copyright-fnsi-bene-il-via-libera-ora-tutele-per-giornalisti-e-aziende.

Non mancano le critiche.

Secondo alcuni la riforma colpisce la libertà dei naviganti sul web, ma questo appunto è da ritenersi irricevibile. La censura sul web è ben altra (https://www.viewpointstrategy.it/dimmi-che-motore-di-ricerca-hai-e-ti-diro-cosa-vedrai/). Seconda critica è quella per cui, se si intendesse la norma in modo estensivo, perfino i contenuti degli utenti potrebbero essere considerati opere d’autore. Anche in questo caso, considerando i contenuti medi che possiamo veder pubblicati nelle nostre bacheche, ci vorrebbe coraggio a considerali tali. Ma il dubbio persiste.

Per vedere i primi risultati in Italia dovremo attendere il 7 giugno, quando saranno approvati i decreti attuativi da parte del Governo Draghi. Nel frattempo la riforma ha portato ad accordi significativi nel resto del mondo: ad esempio Facebook ha sottolineato il suo impegno ad aiutare l’editoria con un contributo di un miliardo di dollari nel corso dell’ultimo triennio. I principali giornali inglesi inoltre, come The Guardian o il Financial Times, hanno trovato un compromesso con il colosso di Zuckerberg: ora i propri contenuti saranno pubblicati solo su Facebook News, una sezione dedicata di notizie curate e personalizzate da centinaia di testate.