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Cashback, ci eravamo tanto amati

Cashback, indietro tutta. Il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi ha deciso allo stop del meccanismo che consentiva il rimborso del 10% sulle transazioni elettroniche con massimale degli acquisti fino a 150 euro. Non è però una misura definitiva perché potrebbe tornare con altre modalità.

 

L’ufficialità era arrivata con il decreto n. 99/2021 che dispone lo stop dei rimborsi e il dirottamento delle risorse del bonus in direzione degli ammortizzatori sociali. È possibile che la medesima sorte venga riservata anche alla Lotteria degli scontrini. I risparmi accumulati sul’app IO fino al 30 giugno saranno regolarmente rispettati dallo Stato, ma la misura sarà bloccata per tutto il secondo semestre 2021. Draghi però non ha escluso una possibilità di una reintroduzione nel 2022, magari eliminando la possibilità delle microtransazioni.

 

La misura era stata formulata per limitare l’uso del denaro contante e rendere più familiare agli italiani l’uso della carta anche per i piccoli acquisti, a tutto svantaggio dell’evasione fiscale, tra le più alte al mondo (ne avevamo parlato anche QUI:).

 

I numeri degli aderenti al cashback erano stati molto incoraggianti.

Stando ai dati messi a disposizione dallo stesso sistema dell’app IO (QUI): entro il mese di luglio sono stati quasi 9 milioni di italiani per un totale di 799.803.400 transazioni elaborare, mentre sono circa 6 milioni i cittadini che hanno effettivamente raggiunto il numero di 50 transazioni necessarie per ricevere il bonus. Più del 30% della platea ha effettuato oltre 100 transazioni. La quota più consistente degli acquisti, il 20% circa, sono stati per beni o servizi tra i 25 e i 50 euro.

 

Oltre i numeri, le considerazioni: la misura aveva certamente delle incongruenze, favorendo chi già usava la carta e creando una certa ludopatia, oltre a delle contraddizioni, su tutte la lotteria degli scontrini. Ma aveva anche notevoli pregi. Per questo Draghi si è dato tempo qualche mese per riformulare la misura. Per ora si è deciso di monitorare l’uso dei pagamenti elettronici in Italia e si è deciso l’incremento dal 30% al 100% del credito d’imposta sulle commissioni pagate dagli esercenti per l’utilizzo degli strumenti di pagamenti elettronici.