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Smart Working: la nuova frontiera del lavoro

Introduzione allo Smart working

Come già sappiamo la comunicazione può spaziare da quella politica a quella digitale, qui dedicheremo uno spazio alla comunicazione innovativa che sta prendendo sempre più piede in questi ultimi mesi.

Il così tanto odiato-amato Smart Working è diventato la nuova frontiera del lavoro.

L’emergenza Covid-19 ha stravolto le nostre vite e ci si è trovati a fronteggiare determinate situazioni soprattutto in ambito lavorativo.

La nuova realtà 

L’essenza dello Smart Working, tradotto letteralmente in italiano come lavoro intelligente o lavoro agile, è  sinonimo di libertà e organizzazione a cui si stanno abituando tutti gli smart worker.

“Una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e favorire la crescita della sua produttività”                              

come afferma il ministero del lavoro e delle politiche sociali

La stessa cosa vale per i dipendenti, perché non si timbra più il cartellino, ma si dà conto “soltanto” dei risultati

C’è chi la vive come una sconfitta, c’è chi invece la vive come una comodità e come un modo per organizzarsi in totale autonomia senza doversi scomodare per andare fisicamente sul luogo di lavoro.

Nuove modalità di vedere luoghi e spazi

Se lo Smart Working è diventata la nuova frontiera del lavoro è grazie alle nuove tecnologie, che ci permettono di lavorare davanti a una piscina o sul divano, di scegliere di muoverci liberamente, di trasferirci nella seconda casa o in campagna come abbiamo sempre desiderato fare.

Abbiamo sicuramente più libertà, ma la possiamo considerare davvero tale?

Sicuramente c’è una maggiore responsabilizzazione sui risultati in quanto mentre prima si rispondeva sempre al capo, adesso abbiamo maggiore responsabilità sulle nostre azioni e sugli obiettivi e sui risultati che otteniamo.

Smart working: pareri discordanti 

Il lavoro “smart” sta crescendo: secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano il 58% delle grandi imprese ha già introdotto iniziative concrete. 

Tra i risultati più interessanti dell’ultimo anno emerge l’aumento della diffusione dello Smart Working nelle PMI italiane:

i progetti strutturati sono passati dall’8% al 12% attuale, quelli informali dal 16% al 18%. 

Tuttavia, c’è anche un’ombra: anche la percentuale di imprese disinteressate al tema è cresciuta, in modo preoccupante, passando dal 38% al 51%. 

Pro e Contro

Se è vero che da un lato questo tipo di lavoro innovativo può risultare più  produttivo e può migliorare l’efficienza del lavoro e avere degli aspetti fortemente positivi nell’ambito della velocità e dei risultati, dall’altro può portare il lavoratore a un’alienazione.

Si potrebbe infatti  creare un ambiente di isolamento, in cui non ci sono più stimoli a uscire di casa con un possibile isolamento sociale ( nei casi in cui il lavoro è fortemente impegnativo e stressante).

Il lavoro in loco porta infatti all’istantaneo scambio di idee, sviluppa l’interazione sociale e porta alla cooperatività, rendendo il lavoro meno esclusivo.

Il lavoratore infatti si può confrontare con l’altro, favorire feedback e chiedere pareri e consigli per arrivare agli obiettivi in modo più veloce ed efficiente.

All’interno del luogo di lavoro, il lavoratore si trova in uno spazio prestabilito, a orari di lavoro prestabiliti, in una sorta di confezionamento del lavoro.

Con lo Smart Working ci si ritrova a fare i conti con orari indefiniti, che potrebbero portare il lavoratore a maggiore stress per un numero di ore maggiore davanti al pc, rischiando di confondere la vita reale con quella lavorativa.

Smart working come sinonimo di innovazione 

Lo Smart Working stimola nuove idee e non deve essere visto come un semplice telelavoro, ma è molto di più.

È un paradigma che prevede la revisione del modello di leadership e dell’organizzazione, rafforzando il concetto di collaborazione e favorendo la condivisione di spazi, infatti, nell’ottica smart, il concetto di ufficio diventa aperto.

Il vero spazio lavorativo è quello che favorisce la creatività delle persone, genera relazioni che oltrepassano i confini aziendali, stimola nuove idee e quindi nuovo business.

Riassumendo, i quattro pilastri dello smart working li possiamo elencare come:

  • revisione della cultura organizzativa
  • flessibilità e rispetto degli orari
  • dotazione tecnologica 
  • spazi fisici nuovi e più stimolanti 

Il Lavoro Agile inteso come  benessere e produttività 

Le pratiche di lavoro a distanza si stanno rivelando un’arma sempre più fondamentale per fronteggiare situazioni di emergenza a livello locale e nazionale come quella del Covid-19.

Molte realtà imprenditoriali in risposta a questo, hanno adottato a pieno regime lo Smart Working con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi e le possibilità di contagio, senza rinunciare a portare avanti le proprie attività. 

È importante ricordare che i team worker hanno sviluppato determinare competenze soprattutto in ambito digitale rispetto ad altri lavoratori.

Smart Working: la nuova frontiera del lavoro

Ci si dovrà abituare allo Smart Working come nuova frontiera del lavoro: anche negli anni a venire impareremo a viverla come un modo nuovo di lavorare, sicuramente più innovativo.

La necessità di stare al passo con i tempi è importante ed è per questo che anche chi non è promotrice di questo lavoro intelligente, bene o male dovrà adattarsi.

Il mercato e le tecnologie  sono in continua evoluzione e questo è un altro buon motivo per attuare delle modalità di lavoro differenti che possono sostituire in parte o addirittura del tutto il nuovo modo di pensare il lavoro.