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L’intelligenza artificiale realizza la Statua Impossibile

L’intelligenza artificiale abbraccia il mondo dell’arte e dà vita a una “statua impossibile”, nata utilizzando modelli di AI addestrati con lo stile dei cinque maggiori scultori degli ultimi 500 anni. Un’operazione complessa portata avanti dal gruppo svedese Sandvik, specializzato nell’ingegneria hi-tech.

The Impossible Statue rappresenta la commistione perfetta tra intelligenza artificiale, soluzioni software avanzate e manifattura di precisione. L’opera d’arte, svelata lo scorso 4 maggio, è realizzata in acciaio inossidabile e resterà in mostra al Tekniska Museet, il Museo Nazionale Svedese della Scienza e della Tecnologia.

La tecnologia moderna incontra il genio umano

The Impossible Statue, alta un metro e mezzo per 500 chili di peso, richiama per la sua muscolatura e riflessività un’altra statua, ‘Il Pensatore’ dello scultore francese Auguste Rodin, tra i cinque artisti ispiratori dell’opera realizzata in Svezia. La Statua Impossibile rievoca anche le pose dinamiche sbilanciate di Michelangelo, il sentimento espressionista del tedesco Käthe Kollwitz, l’attenzione allo slancio e alla massa dello scultore giapponese Takamura Kotaro e la sfida delle figure dell’afroamericana Augusta Savage. Sono loro gli artisti che hanno ispirato la statua.

Cinquecento anni di storia della scultura e la creatività di tre continenti sono sintetizzati in un’unica opera, resa possibile e perfetta dall’intelligenza artificiale.

La scultura – racconta Peter Skogh, direttore del Tekniska museet – “è un ottimo esempio di ciò che la combinazione tra tecnologia moderna e genialità umana può creare. La nostra missione è creare una maggiore comprensione delle possibilità offerte dalla tecnologia”.

The Impossible Statue è stata resa possibile attraverso un utilizzo innovativo della modellazione dell’intelligenza artificiale, utilizzando le più avanzate soluzioni di produzione digitale e gli strumenti di taglio di Sandvik.

Dall’intelligenza artificiale alla Statua Impossibile

La scultura The Impossible Statue è stata progettata addestrando più modelli di intelligenza artificiale sul lavoro dei cinque scultori. Durante la prima fase è stato creato un design 2D che riuniva gli stili di questi cinque artisti. Successivamente, Sandvik ha intrapreso un processo di traduzione del 2D in un’immagine 3D completa.

Il progetto è stato tradotto in realtà utilizzando stimatori di profondità per costruire un modello 3D iniziale e stimatori di pose umane per rifinire il corpo. Utilizzati anche algoritmi di videogiochi per generare tessuti realistici e intelligenza artificiale specializzata per reintrodurre dettagli fini che erano stati persi nelle fasi precedenti.

Alla fine del processo è stata creata una statua con oltre 9 milioni di poligoni e dettagli complessi. Inizialmente si voleva ricavare la scultura da un unico pezzo d’acciaio, poi si è deciso di dividerla in 17 componenti. Questi ultimi non sono mai stati ricontrollati in fase di lavorazione. Erano infatti già stati perfezionati digitalmente prima della realizzazione vera e propria della statua.

Le simulazioni digitali, ottenute grazie al software Vericut, hanno ridotto di un sesto il tempo necessario per programmare la statua. Ciò ha consensentito di risparmiare la metà dell’acciaio inossidabile.

Precisione svizzera

La statua reale in acciaio si discosta dal suo gemello digitale di meno di 30 micron (0,03 millimetri). Si tratta dello scarto richiesto nella realizzazione degli orologi di precisione svizzeri.

I più scettici si chiedono il senso di una simile impresa. La risposta sta nelle parole di Nadine Crauwels, presidente di Sandvik Machining Solutions. L’azienda ha spiegato come la tecnologia adattata a una modellazione artificiale di un oggetto artistico qual è una statua, rende maggiormente l’idea di quanto sia possibile “migliorare l’efficienza di produzione, ridurre gli sprechi e garantire la massima qualità in ogni fase del processo”.

Inoltre, tutto il materiale rimosso dai pezzi originali di acciaio inossidabile è stato riciclato da Alleima. Il fornitore di materiali di Sandvik per il progetto ha quindi ridotto l’impatto sull’ambiente.