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Hikikomori: dipendenza dalla tecnologia?

Il fenomeno “hikikomori” affonda le radici in Giappone, dove a partire dagli anni ’80 sono sempre più gli adolescenti che si ritirano dalla vita sociale. Il termine “hikikomori” significa letteralmente “stare in disparte” e si riferisce agli individui, perlopiù giovani maschi, che scelgono di isolarsi nella propria abitazione. Inoltre, è importante evidenziare che questo disturbo non si può associare a una sindrome o a una patologia psichiatrica.

Eremiti postmoderni

Tale scelta è dovuta da molteplici cause, tra cui problematiche familiari, sociali o persino legate alla carriera scolastica. A ragion di ciò, i ragazzi si rifugiano in casa ed è estremamente raro che trovino l’occasione per uscire. Trascorrono intere giornate leggendo o sfruttando le nuove tecnologie per combattere la noia. Tuttavia bisogna sottolineare che questo fenomeno nasce in maniera autonoma rispetto allo sviluppo dei mezzi elettronici. Infatti, non tutti i soggetti fanno uso di internet e preferiscono isolarsi totalmente, al contrario di ciò che molta gente pensa.

Una via di fuga

La tecnologia è quindi per questa categoria un mezzo di evasione e al tempo stesso di rifugio, l’unico per rimanere al passo con la realtà. Una via di fuga che permette ai giovani di restare in contatto con la società, senza lasciarli a una completa solitudine. L’utilizzo di internet diviene così una delle conseguenze di questa “reclusione volontaria” e non la causa principale. E’ sbagliato perciò paragonare il fenomeno hikikomori alla dipendenza dai mezzi tecnologici, senza però escludere che si possa soffrire di entrambe.

Gli hikikomori in Italia

Sono in aumento i giovani in Italia che si recludono volontariamente in casa. Complici le dinamiche familiari dove alla base vi è un’assenza di affetto, quando la famiglia tende ad abbandonare il ragazzo a sé stesso. Causa dell’isolamento può essere anche il bullismo, tematica molto delicata che imperversa nel nostro Paese. Inoltre, è molto comune che entrino in gioco le aspettative di un’adolescenza al giorno d’oggi fin troppo influenzata dall’ossessione del successo e della realizzazione personale. Basta perciò un traguardo non raggiunto per suscitare sentimenti legati al fallimento, portando i giovani al rifiuto della quotidianità e al conseguente distacco.

Il Covid-19 e l’effetto hikikomori

Negli ultimi mesi in Italia e nel resto del mondo la pandemia ha scosso le abitudini di tutta la popolazione attraverso i numerosi lockdown. Le diverse chiusure hanno costretto i cittadini a rimanere in casa per molto tempo, applicando un isolamento forzato che ha portato molta gente a vivere nelle stesse condizioni degli hikikomori. In tal modo, molti di noi hanno dovuto far fronte da un lato alla solitudine e dall’altro alla stretta e continua convivenza in famiglia. Ciò ha causato forti squilibri in molti giovani, i quali hanno stanno ancora affrontando una vera e propria battaglia per tornare alla propria quotidianità e per riprendere la vita sociale.